Ormai la cravatta ho imparato ad annodarla senza riguardare il video su YouTube e in pochi minuti sono pronta per uscire, se l'abito fa anche la monaca la sottoscritta oggi è una via di mezzo tra la Diane Keaton degli anni d'oro e una studentessa uscita da un fumetto manga. Mi attende un pomeriggio intenso fatto, com'è giusto che sia, prima di un dovere: studiare gli indici di redditività ROA ROS e amici, fortunatamente aiutata da una volenterosissima e pazientissima insegnante-cuoca-mamma che è tanto brava col cioccolato quanto con i conti (buona cosa per i miei voti, un po' meno per il mio peso forma), e da un piacere: una puntatina a Villa Necchi Campiglio per la presentazione stampa di Tod's.
Vi risparmio, come mi è stato consigliato di fare anche dalla mia professoressa-pasticcera, la parte sull'analisi di bilancio.
Dopo un paio d'ore di studio produttivo e una corsa in tram raggiungo la location dell'evento e, anche grazie all'aiuto di alcuni gentili signori che intuiscono, forse dall'assurdo look preppy che ho deciso di adottare con tanto di cappello coordinato, la mia destinazione, trovo persino l'entrata giusta al primo colpo. Una gentile biondina mi chiede il mio nome, rispondo e mi viene comunicato che sono nella lista "stampa freelance", mi piace questo vedere formalizzati i miei sogni.
Appena entrata vengo accolta dalla amica che è solita sopravvalutami e che mi invita agli eventi mondani, che mi guida alla scoperta di una collezione, meravigliosamente disposta per i saloni della favolosa villa milanese, i cui pezzi hanno tutti un valore che oscilla tra quello della mia retta universitaria e quello del mio rene destro. Ho solo un secondo per riflettere sulla vanità della moda prima di rendermi conto che se avessi un organo un po' meno indispensabile lo venderei per quella borsa, quella giacca, quella scarpa. Maledetta moda. Maledetta l'utilità del rene.
Un barlume di gioia e di autocelebrazione trova spazio in me nel constatare che l'esposizione comprende anche il gommino in pitone che io possiedo, e che in questo momento si trova nella mia personale scarpiera tra le Puma verde prato e le ballerine blu di Spelta, e mi sento subito un po' più inserita in questo mondo di qualità, gusto ed eleganza.
Nello spostarci verso un bicchiere di bollicine incrociamo un collega della mia guida, al quale vengo presentata come "quella con un blog bellissimo" esagerata coccola per il mio ego che si gonfia istantaneamente in un sorriso, visibile anche a chi mi sta davanti, mi accorgo. Assisto a una contesa tra i due nella quale vengo ironicamente inserita ma la conversazione si conclude prima che il mio cervello possa ridestarsi dal gongolamento conseguente ai giganti complimenti.
Guardandomi intorno vedo qualche faccia nota ma non riesco a darle un nome, avrei bisogno di uno Shazam per le facce, che mica l'iPhone 5 ce l'ha?
Nel giardino, dentro a un cubo di vetro due artigiani ciabattini fabbricano con le loro mani calzature utilizzando una speciale pelle senza imperfezioni. Quando divento ricca me le compro.
Sono le sei del pomeriggio e ad ogni pr è richiesto di compilare un report nel quale devono segnalare quali articoli sono piaciuti di più agli esponenti della stampa che hanno seguito durante la giornata, incredibile: quello della moda a quanto pare è l'unico ambiente in cui la stampa comanda davvero.
Devo solo imparare a vestirmi. E a parlare una terza lingua, dopo aver dato aziendale mi lancio sul russo.
Contenta e gonfia di sogni saluto, bacio e torno verso casa. In metropolitana comincio a digitare freneticamente in una nota dell'iPhone una bozza per il blog e prontamente una vecchia decide di posizionarsi a un centimetro dalla sottoscritta invadendo il mio spazio vitale e, inutile dirlo, cercare di leggere quello che sto scrivendo.
Incrocio lo sguardo di un ragazzo che ha notato la poca disinvoltura della sciura, mi sorride, è figo. Non interrompe il contatto visivo, continua a sorridere. Sento qualcosa che preme sullo stomaco non so se è il gomito della signora o l'ego che si sta espandendo, ancora.