mercoledì 30 ottobre 2013

La stagione dell'amore

Fa freddo. Ok no non fa freddo ma presto lo farà.
Piumoni gelati, giornate che si accorciano fino a non riuscire più a contenere la voglia di cucinare, amici che perdono l'entusiasmo per le uscite dopo cena, uomini oberati dal duro lavoro richiesto per reggere le sorti dell'universo, donne che abbandonano la "spensieratezza estiva" e anche, chissà perché, la voglia di andare in giro con la chiappa al vento e il piede smaltato nel sandalo fetish.
Siamo veramente pronti ad affrontare tutto questo? Ad affrontarlo da soli? Io credo di no.
Per affrontare non tanto l'inverno in sé quanto il suo arrivo c'è bisogno di un sostegno psicologico, anzi un sostegno a 360 gradi, comprensivo di passaggio della copertina dal divano più lontano e di coccola scalda-piede gelato.
Prima che possiate provare l'estasi mistica della first polenta concia da trenta euro dell'anno, cari miei, manca ancora troppo: il bello dell'inverno ci saluta da lontano sventolando il foglio viola che baratteremo per uno stagionale.
Che fare? Fi-dan-zar-si? Sì, subito, fantastico  meraviglioso, dove-devo-firmare-grazie?
"Con chi" sarà un problema che affronteremo in seguito. 
Che bello, che tattico l'ammmore invernale dove ognuno è lo scaldaletto-termoforo dell'altro.
Come in una commedia romantica fatta di neve, Natale e baci, dove la gente che vede il vischio: 1) riconosce il vischio 2) viene presa da un irrefrenabile istinto di limonare, bambini compresi. Insomma, come in un film di fantascienza.
E allora scatta la caccia: muoversi, uscire finché fa ancora caldo, finché la mano che regge il Negroni che ci rende tanto brillanti non è a rischio assideramento. Armati di romantico entusiasmo fino a quando, come un fulmine a ciel sereno sulla spiaggia di Forte dei Marmi in un sabato pomeriggio di maggio, ci colpirà la consapevolezza che alla nostra dolce metà, chiunque sia, a Natale non sapremo che cazzo regalarle.



domenica 27 ottobre 2013

SMS Sì Ma Smettila



No ma parliamo dell'ansia data dal continuare a ricevere messaggi che non vorresti ricevere. L'ansia di dover trovare espedienti per duepiccare senza sembrare troppo crudeli, schivando orari di visualizzazione, amici e ficcanaso e ex che twittano all day long.
Ne approfitto per chiedere scusa a tutti i poveretti che ho tartassato senza tregua durante la mia adolescenza. Scusate, dovevate mandare qualcuno a picchiarmi quando mi rifiutavo di capire che vi facevo cagare.
Quando mi facevo i viaggi in cui eravate troppo occupati ad accudire la nonna malata da ricordarvi del telefono e invece vi stavate scervellando con quattro amici su come schivare il mio quarto messaggio in un'ora senza giocarvi la possibilità di farvi presentare le mie amiche.
Scusate. Vi capisco, forse per contrappasso mi sono meritata una vita di "ma perché se lo hai letto non mi hai risposto?" per i quali ho già finito le risposte credibili.



sabato 12 ottobre 2013

Piccoli gesti in via d'estinzione


Cose che gli uomini hanno smesso di fare, senza che nessuno glielo abbia chiesto.

Vietato chiedermi  "Ma che razza di uomini frequenti?" Perché ho frequentato anche voi, pirla.


- Aprire le portiere. 
L'altra sera a momenti pesto il piede del gentiluomo con il quale avrei dovuto condividere il taxi e m'è calata la lacrima quando, dopo averlo fissato per trenta secondi, ho constatato che non mi stava inseguendo ma voleva aprirmi lui la portiera...

- Lasciarti passare. 
Il palo che si frappone tra voi e il ristorante lo vuole superare prima lui, non c'è niente da fare. Anche se avete la quarta di reggiseno e gli state sussurrando languidamente tutte le vostre fantasie erotiche lui vi calpesterà, vi tirerà una spallata, camminerà più avanti di voi. E comunque, cari amici uomini, facendo i galanti rimanendo indietro guadagnereste anche 15 secondi di preziosa vista culo di quella con cui siete, brutto?

- Passarti a prendere. 
Fare la circonvallazione non nuoce alla salute, e vale davvero la pena rinunciare alla reputazione di galantuomo per guadagnare  10 minuti di macchina ? E poi...tu, lei, fine serata, in macchina davanti al portone di casa sua, che tu abbia una Panda o un'Aston Martin, che tu l'abbia portata da Nobu o al Giropizza, oltre il secondo appuntamento il limone è dato praticamente per sicuro. Pensaci quando le fai prendere il motorino da sola alle 22.30...

- Dare due di picche. 
  L'uomo degli anni 2000 non ti rifiuta dandoti della deficiente perché non hai capito che una donna sola è troppo poco per lui, l'uomo degli anni 2000 scompare. Puff, Abracadabra, Bim Bum Bam: esercizi di sparizione che manco Dynamo sotto stupefacenti e ri-comparsate nella vita di ignare fanciulle, preferibilmente tue amiche o vicine di casa. Peccato che si siano dimenticati di rubare a Harry Potter anche il mantello dell'invisibilitá e che ci tocchi guardare le loro facce da culo codardo andare in giro per la città. O in improbabili foto su Facebook.




...E per favore Rodolfi Valentino di via Manzoni  evitatemi la filippica sull'inutilità dell'iperobsoleta cavalleria. 
D'altronde famoso è il detto "Si apre una portiera, si apre un portone". Quello di casa sua, quando lei vi dice finalmente "Vuoi salire?".



lunedì 7 ottobre 2013

Carlottosofia

Oggi, lunedì di pioggia, vigilia dell'inizio delle mie lezioni, ho imparato qualcosa. 
Ho imparato che essere un'amica non è un'azione consapevole in corrispondenza del suo svolgimento. Non sei un'amica perchè s'ha da fare, sei un'amica perché il tuo stomaco, accartocciato dalla sofferenza di qualcun altro, ti urla di fare qualcosa. 
Ho imparato che tutta l'amicizia contenuta in un gesto sta negli occhi di chi ti sta ringraziando per esserci stata, anche se il grazie in questione non è fatto di parole. Sei un'amica se della fatica fatta te ne accorgi solo tornata a casa, e ripensandoci non ti sembra di aver dato ancora abbastanza, ti "sembra il minimo" per davvero.
Ho imparato che essere un'amica è diverso dal fare l'amica. Ho imparato che quando "dai" a un amico, non te ne accorgi neanche. 
Ho pensato che l'amicizia è un miracolo, ho pensato a quanto l'amicizia è rara. 
Rara più dell'amore. O forse questa amicizia è un amore ancora più grande.
Ho pensato che si può essere felici anche in un lunedì di pioggia pieno di brutte notizie.
Ho pensato che si può essere amici.