lunedì 7 ottobre 2013

Carlottosofia

Oggi, lunedì di pioggia, vigilia dell'inizio delle mie lezioni, ho imparato qualcosa. 
Ho imparato che essere un'amica non è un'azione consapevole in corrispondenza del suo svolgimento. Non sei un'amica perchè s'ha da fare, sei un'amica perché il tuo stomaco, accartocciato dalla sofferenza di qualcun altro, ti urla di fare qualcosa. 
Ho imparato che tutta l'amicizia contenuta in un gesto sta negli occhi di chi ti sta ringraziando per esserci stata, anche se il grazie in questione non è fatto di parole. Sei un'amica se della fatica fatta te ne accorgi solo tornata a casa, e ripensandoci non ti sembra di aver dato ancora abbastanza, ti "sembra il minimo" per davvero.
Ho imparato che essere un'amica è diverso dal fare l'amica. Ho imparato che quando "dai" a un amico, non te ne accorgi neanche. 
Ho pensato che l'amicizia è un miracolo, ho pensato a quanto l'amicizia è rara. 
Rara più dell'amore. O forse questa amicizia è un amore ancora più grande.
Ho pensato che si può essere felici anche in un lunedì di pioggia pieno di brutte notizie.
Ho pensato che si può essere amici.

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