martedì 3 gennaio 2012

"Courma"

Dopo quindici cosiddette vacanze di Natale trascorse a La Thuile, quest'anno mammina ha deciso di scendere un po' più a valle e di provare l'ebbrezza di una vita sociale anche in montagna scegliendo come meta Courmayeur.
Sciuri fino in fondo e per esigenza di pura rilassatezza dopo lo stress degli ultimi mesi, ci parcheggiamo in albergo con la nostra valigia di calzamaglie e pile (e aggiunta di qualche strass, siamo pur sempre a Courma e qua bisogna darsi un tono).
Già dopo qualche giorno e alcuni aperitivi (al Posta, che domande) porto a casa l'importante risultato di aver visto Alba Parietti e il suo corredo di botox, silicone e pelliccia portare fuori il cane e di aver contato ben sei paia di tacchi schivare il ghiaccio e la neve sfuggiti allo scioglimento.
Se siete degli individui con una dignità saprete quanto non ci si possa perdere il Courmaclub e tantomeno lo Shatush e visitandoli entrambi ho adempiuto ai miei doveri di milanesina-bene, che con un vodka-lemon in mano diventano decisamente più sopportabili.
Sulle piste sei davvero figo solo se il tuo outfit è particolarmente variopinto, e la solita miss Parietti lo sa e indossa una tuta viola lucida firmata Moncler, che meraviglia, mi viene quasi voglia di spiaccicarci accidentalmente sopra il ketchup del mio hot-dog, ma evito.
La divisa del soggetto di tendenza comprende poi sci assurdamente larghi, colorati e costosi e un bello zaino dove tenere la reflex, si va solo fuori pista a destreggiarsi in mille estreme evoluzioni, che non si mancherà di far immortalare per poi spiattellare le foto su facebook e cambiare l'immagine del profilo estiva con una invernale.
"Courmayeur è come Milano, ma senza la gente che non conosci", ad ogni angolo incontri qualcuno, per fare una via di cinquanta metri ci impieghi un'ora e arrivi al bar spossato dalla fatica di cercare argomenti di conversazione che non ti rendano patetico e superficiale davanti a chi ti trova "così cresciuto" nell'ultimo anno. Una buona percentuale dei presenti sono persone che non vorrei incontrare mentre mia mamma, più fortunata, si diletta nel fantastico gioco del "Carramba che sorpresa" con gli amici dei tempi dell'università.
Mi lamento un po': le piste non sono un sogno, c'è troppa gente e in fondo sono sempre una ragazza di diciott'anni e il mio personaggio prevede la lagnite, che scatta appena si ha troppo tempo per pensare e dunque paranoiarsi.
Sentirmi in dovere di truccarmi per andare a bere una cioccolata mi mette un po' ansia ma gli esilaranti risultati del mio people-watching per il corso contribuiscono ad alleggerire il mio tedio. A la Thuile se nevica tiri su il cappuccio, a Courmayeur apri l'ombrello e lo cacci negli occhi dei passanti: la tua piega fatta non può mica venire minacciata da qualche fiocco di neve.