mercoledì 26 settembre 2012

100% matricola

Dopo "aver avuto 15 anni per 15 anni", ho finito il liceo anch'io.
Quello dell'università è il periodo più bello della vita di un individuo, non fanno che ripeterlo tutti, dagli amici di mammina al preside di facoltà, e un po' ci credo o ci voglio credere anch'io.
Niente più compiti e interrogazioni ma "esami", parola che ti fa sentire grande, figo, indipendente e un pizzico più vicino a quelli che tentano di abbordarti agli aperitivi pettinati infrasettimana chiedendoti "che lavoro fai?" solo per dirti che lavoro fanno loro (reggere le sorti dell'universo, ovviamente).
Esami che, a settembre, non spaventano ancora più di tanto.
Scuola nuova, Università Cattolica, cognome che comincia con una lettera che non è la stessa delle due persone frequentanti il mio stesso corso, economia e gestione, che conosco già. Panico iniziale.
Durante le pause, che paiono incontri di speed-dating, dalla mia solitaria postazione, appollaiata su una panchina a smanettare con whatsup, osservo incuriosita improbabili accoppiate uomo-donna, formatesi in seguito ad una maldestra gomitata di lei a lui tra gli strettissimi banchi di Sant'Agnese, intraprendere un percorso di conoscenza più approfondita.
Lui finge maturità e amore per la letteratura russa del diciannovesimo secolo, lei annuisce a bocca aperta mentre pensa a quanto ha assolutamente bisogno di una Louis Vuitton più grande.
Le ragazze sono poche ma la concentrazione di quelle carine è di certo superiore a quella dei ragazzi guardabili...O forse il nostro genere è semplicemente benedetto dalla possibilità di un sapiente uso del make-up? In tal caso Clio santa subito.
La maggior parte dei maschietti ha un taglio di capelli più studiato (e costoso) del mio, indossa magliette con scollo a V e scarpe griffate (no, non Nike), alcuni hanno anche più tette di me. Quasi dimenticavo i loro amati jeans nemici della circolazione, notevoli, devo dire, su chi è tanto largo quanto alto.
Per quanto riguarda le donne, qua se non hai le Hogan con i glitter non sei nessuno e la tua cartella deve essere logata minimo 15cmx15, un acquisto no logo non avrebbe avuto senso ma spiegarvi perché mi farebbe risultare davvero troppo acida (Jil Sander chi?) .
Ben presto noto che la mia penna a sfera e il mio quadernino risultano decisamente out: tutti si destreggiano con iPad e portatili di ultima generazione. A meno che Siri non possa anche scrivere e fare schemini come piace a me leggendomi nel pensiero, sono sicura bestemmierei alla terza freccetta che si autocancella col doppio click. E dopo due minuti comincerei a scrivere una pagina del mio diario segreto servendone su un piatto d'argento l'opportunità di lettura in diretta a quello in banco dietro di me.
Tutti hanno una missione: essere, o almeno apparire, strafighi, al massimo, perfetti, sicuri di sé. Ma a 19 anni si è ancora impacciati, goffi, sfigati e un po' bambini. Si è matricole, è la natura. E più si cerca di sembrare adulti e disinvolti, più si ottiene l'effetto contrario, non si va contro alla natura.