giovedì 29 marzo 2012

maledetta primavera

E anche marzo è praticamente finito. Nuove insopportabili coppiette spuntano da ogni angolo mentre i single intensificano la frequenza delle loro visite alla palestra, chissà se il morettino che sta tubando con quella specie di mostriciattolo a giugno non verrà distratto da un nubile gluteo scolpito a colpi di spinning.
Love is in the air e, a dirla tutta, anche la maturità e i pollini scatena-allergie.
In un impeto di eroico sentimento eco-friendly ho anche deciso che girare in bicicletta mi piace tantissimo e così pedalo almeno un'oretta al giorno, cosa che, aggiunta all'effetto pedana vibrante del pavé e alla contrazione addominale dei minuti di terrore da rotaia scivolosa, dovrebbe aiutare il mio fisichino da studente rammollita ad avvicinarsi a quello di un normale esemplare, femminile, di diciottenne.
Le giornate si allungano, gli aperitivi hanno di nuovo senso di esistere e il cazzeggio non si esercita più sul divano ma al parco.
A girare con paltò e calze pesanti rimangono solo alcune nonne particolarmente freddolose e, mentre il maschio sotto i 25 si autorizza a indossare il bermuda, noi fanciulle siamo felicissime di azzardare improbabili accostamenti da mezza stagione del tipo gilet di pelliccia con sandali o collant con smanicato.
La doccia non è più bollente da calo di pressione immediato, ma una fresca cascata volta alla rigenerazione pre-Negroni delle 19.
I capelli possono essere lasciati umidi senza il rischio di una broncopolmonite immediata.
Sulle agende delle donne compaiono già le programmazioni di regolarissime sedute dall'estetista: il ritmo delle cerette si intensifica e la pedicure va mantenuta al di sopra del livello della decenza (ma con questo clima tutte le fatiche sembrano meno pesanti e pur di mettere quel nuovo paio di Pedro Garcia, starei seduta su un lettino anche per otto ore).
Mentre tutti raccontano del loro risveglio di ormoni e di culo in amore a me puntualissimo viene l'annuale orzaiolo e così, con il mio gonfissimo occhio destro nascosto sotto un paio di enormi occhiali da sole, mi limito a osservare divertita come i milanesi abbandonano il cinismo appena vedono il sole.



giovedì 8 marzo 2012

bambine-anatroccolo, donne-cigno

Gli anni peggiori nella vita di una ragazza sono senza ombra di dubbio quelli dalla seconda media alla terza liceo, quelli in cui chi non ha la fortuna di appartenere alla divina specie delle strafighe è irrimediabilmente orrenda. Il corpo cambia a una velocità alla quale è impossibile stare dietro, il grasso raggiunge anche i fianchi, incontriamo la ritenzione idrica e rassegnate sostituiamo (almeno nella teoria) alla nutella una barretta a basso contenuto calorico. Ci muoviamo senza il minimo accenno di disinvoltura in un involucro che sembra non appartenerci più e che, a dirla tutta, ci fa anche abbastanza schifo. Appena qualcuno ha la sventurata idea di degnarci di una minima parte della sua attenzione, ci stampiamo in faccia un’espressione da pesce lesso sognante e partiamo con la proiezione di tutte le nostre aspettative sul poveretto in questione. Il nostro pensiero è monotematico e per settimane, a volte mesi, ci muoviamo con la lingua che sfiora terra programmando incroci fintamente casuali con l’oggetto dei nostri desideri. Un suo rigido e imbarazzato saluto ci risolve la giornata, una mezza figura di merda ci rende insopportabili per un considerevole lasso di tempo. Poi, un giorno, quelli che si accorgevano della nostra presenza solo quando ci trovavamo tra di loro e la bottiglia di vodka, scoprono che non siamo solo “l’amica di quella bionda carina” ma che, cosa che ha dell’incredibile, abbiamo anche un nome, “Che bel nome”. Dal ritrovarci a programmare all’ultimo momento stiracchiate birrette del sabato sera, ampliamo alle notti infrasettimanali le nostre esperienze di vita mondana. Conosciamo il brivido dell’essere invitate, il nostro numero non è più un’esclusiva di mammina e delle due amiche del cuore, i vestiti più carini fanno un giro fuori dall’armadio. Qualcuno ha persino la delicatezza di esternare la sua sorpresa esplicitamente facendoci notare quanto siamo “migliorate”. Ma indubbiamente i momenti migliori sono quelli in cui ci ritroviamo, con una divina naturalezza che non sapevamo neanche di possedere, a trattare di merda quelli dietro ai quali abbiamo sbavato per mesi senza ricevere nulla a parte qualche (a volte meritata) presa per il culo. Ed ecco che il due di picche, prima solo ricevuto, diventa uno sport e, allo stesso tempo, un efficacissimo strumento di vendetta.

mercoledì 7 marzo 2012

La buena educación

Non importa quanto tu ti atteggi a radical-cinico: nessuno sfugge all'infatuazione. Che per te siano farfalle nello stomaco o ormoni troppo svegli è indifferente. Certe donne quel brivido lo sentono quando la mano di lui scivola sulla loro coscia, io mi emoziono quando uno mi apre (e chiude) la portiera. Ci pensavo questa mattina, è davvero così assurdo che un essere umano di sesso maschile apra una portiera? E' così fantascientifico che ti accompagni al cancello alzando il mascolino gluteo dal sedile del guidatore? Che non rimanga sul marciapiede lasciando camminare te in mezzo alla strada (magari con un considerevole tacco, messo per apparire figa davanti allo stronzo che ti guarda dall'alto del gradino, a sfidare il pavé)? Care fanciulle non disperate: la cavalleria non è morta, semplicemente è in via d'estinzione e dobbiamo vedere di tutelarne l'esistenza facendo dell'uomo educato una specie protetta, della quale promuovere la riproduzione. Compito al quale assolveremo senza troppo fastidio, dal momento che "prego vada lei" è la cosa più sexy (e insieme commovente) che una donna possa sentirsi dire. "Prima le signore" ormai lo dicono solo i tuoi compagni di liceo in occasione delle interrogazioni e i fratelli quando si va a fare una visita medica insieme. E un po' sarà anche colpa nostra che per tanto tempo abbiamo sbandierato al mondo il nostro amore per l'uomo, spettinato, sporco, rude, ribelle, bastardo. Per poi puntualmente, dopo ogni rottura, passare serate a piangere sfondandoci di gelato guardando Colazione da Tiffany o Casablanca, sognando uomini con la riga di lato, la voce grave, in abito perfetto anche il venerdì.